I “gravi problemi” dell’omogenitorialità…

26 06 2012

Ovviamente, la cloaca magna dell’estremismo cattolico ed omofobico italiano via web (parlo dell’infame blog UCCR, non di Pontifex. Pontifex è più onesto) ha prontamente citato due studi che a loro dire dimostrerebbero che noi omosessuali siamo cattivi genitori. E li ha citati male, come sempre; ma dopotutto che ti puoi aspettare da un sito che cerca di farti passare Nietzsche per un fervente religioso?

Sul primo articolo, quello di Regnerus, fortunatamente, ero premunito. Lo conoscevo già, lo avevo già valutato per quel poco che valeva, e avevo avuto l’unico fastidio di sapere che i soliti bigotti avrebbero cercato di usarlo contro di noi pur nella consapevolezza che si tratta di un’arma del tutto inadeguata, visto che si tratta semplicemente di uno studio fatto non su bambini allevati da coppie omoparentali, ma semplicemente di bambini cresciuti in coppie in cui uno dei genitori ha fatto Coming Out. Non rappresenta in nessuna maniera, neanche minima, le condizioni di crescita in famiglia omoparentale. Dettagli, per un omofobo del cazzo che considera la sola omosessualità del genitore come fatto sufficiente a proibirgli la genitorialità. Un po’ meno dettagli per noi gente normale. Sappiamo benissimo che divorzi e coming out di un genitore sono fattori traumatici per un figlio. E anche i nostri amici UCCR sono d’accordo, visto che lo studio che citano subito dopo quello di Regnerus usa questa stessa scusa per liquidare una buona parte degli studi, innumerevoli, in favore dell’omogenitorialità, che avrebbero il difetto di presentare un gruppo etero di controllo eterosessuale spesso costituito da genitori single.

Questo secondo studio, che mi sono dovuto andare a leggere, altro non è che una revisione della letteratura che l’APA ha presentato alcuni anni fa a sostegno della sua posizione pro-omogenitorialità. Anche a volerlo prender per buono, NON CONCLUDE che le coppie gay svolgono i propri ruoli genitoriali meno bene, ma semplicemente che per essere certi che non sia così gli studi fatti attualmente potrebbero non essere sufficienti.

Ma noi non vogliamo prenderlo acriticamente per buono, mica siamo credenti. E quindi notiamo che anche a voler scartare tutti gli studi che prende in esame che non usano solo ed esclusivamente coppie eterosessuali sposate come controllo, restano lo stesso almeno cinque studi che confermano la bontà dell’assetto familiare omoparentale. Pochi? Ne sarebbe bastato uno solo. Consideriamo poi che sono almeno venti, se consideriamo tutti quelli che includevano nel gruppo di controllo le coppie eterosessuali sposate.
E a parte questo, è davvero così importante, in questo caso, un gruppo di controllo? Per quanto ci si sforzi, la psicologia non è una scienza esatta né quantitativa; l’impressione e l’interpretazione dello studioso alla fin fine può sempre fare la differenza.

E ammettiamo pure, come viene suggerito, che il campione gay sia stato scelto privilegiando situazioni stabili e “normali” con un buon livello di benessere economico e cultura (altra grave accusa rivolta agli “omosessualisti” cattivi). Embè? Qui si discute di adozioni a coppie omosessuali, sveglia! Non è che uno arriva lì e gli danno il bambino solo perché l’ha chiesto, la prima cosa che faranno è proprio verificare la stabilità emotiva ed economica dei genitori, insomma la loro adeguatezza al compito genitoriale. Scegliere un campione sulla base di questi parametri significa esattamente aver scelto un campione che rappresenti realisticamente il set up di un adozione omoparentale. Se proprio ci teniamo tanto al gruppo di controllo, andrebbe bene un gruppo costituito da famiglie adottive eterosessuali. Come in Ciano-Boyce and Shelley-Sireci, 2002.
E alla fin della fiera, consideriamo pure che questo secondo studio, già piuttosto opinabile perché sembra pretendere da uno studio sociologico una perfezione scientifica che semplicemente NON PUO’ dare, affronta soltanto le evidenze citate dall’APA nella sua dichiarazione a favore dell’omogenitorialità. Che non sono affatto le uniche! Basti dire che lo studio più recente citato ha sette anni …
Alcuni mancanti? McCallum e Golombok, 2004, Perry et al., 2004, Golombok e Badger, 2010. Sono i primi che ho trovato, penso che ne troverei facilmente vari altri.
Insomma questi due studi non intaccano neanche la superficie più esterna delle conclusioni dell’APA secondo la quale le famiglie omogenitoriali funzionano benissimo. Ma bisogna dire che UCCR e compagnia bella sono abili a farcelo credere.

Ora ci starebbero tutte le solite considerazioni da fare su come tentano di manipolarci alterando le evidenze a proprio favore, e su come noi possiamo difenderci utilizzando una buona dose di pensiero critico.

Ecco, le ho appena fatte.

Ossequi.


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2 responses

27 07 2012
Serena

Ho messo mi piace perché è un articolo esauriente e molto ben scritto. Ho anche letto il male minore, ma spero mi perdonerai se continuo a commentarti solo dove parli d’altro: innanzitutto non ho sempre voglia di fare l’animalista, e poi non ho ancora una formazione sufficientemente solida – forse non l’avrò mai – per discettare di etica. Di froci invece me ne intendo parecchio.

28 07 2012
lostranoanello

Mi domanderò per sempre che genere di formazione sia necessaria per parlare di etica… Mica ho studiato filosofia io XD

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